E se il problema di Harry Potter: Campioni di Quidditch fosse proprio il Quidditch? Una domanda difficile, che proveremo a rispondere nella recensione.
Harry Potter: Campioni di Quidditch, il tanto atteso videogioco dedicato allo sport magico del Quidditch, ha finalmente esordito, ma con un’accoglienza mista da parte dei fan. Molti lo hanno visto come una manovra commerciale mirata a capitalizzare ulteriormente sul successo di Hogwarts Legacy, percepita come un’operazione di monetizzazione anziché come un vero e proprio tributo al Quidditch. Tuttavia, il gioco si distingue per l’enfasi posta su contenuti indirizzati esclusivamente ai fan più appassionati del mondo di Harry Potter, offrendosi come un’interpretazione discreta e ben realizzata di uno sport di fantasia.
Il gioco, sviluppato da Unbroken Studios, è caratterizzato da un approccio free-to-play, anche se viene venduto a un prezzo iniziale di circa 30 euro, con la promessa di ricompense e sbloccabili ottenibili esclusivamente tramite il gameplay, senza microtransazioni per ora. I giocatori possono creare la propria squadra, personalizzando personaggi e scope volanti, ma il titolo manca di una vera profondità in termini di opzioni di personalizzazione e modalità di gioco, risultando in un’esperienza che può sembrare ripetitiva dopo poche sessioni.
In termini di gameplay, Harry Potter: Campioni di Quidditch alterna momenti esaltanti e dinamici a sezioni più deboli, come i ruoli del Battitore e del Cercatore, che si dimostrano meno avvincenti rispetto a quelli dei Cacciatori e del Portiere. La modalità multiplayer 3 vs 3 risulta essere il punto forte del gioco, regalando partite movimentate e imprevedibili, ma l’esperienza complessiva soffre di una mancanza di contenuti e varietà, problema che si spera venga risolto con futuri aggiornamenti.
In definitiva, Harry Potter: Campioni di Quidditch riesce a intrattenere, ma potrebbe deludere coloro che cercano una simulazione più profonda o una maggiore varietà di contenuti.